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Crese Intervista - Milan Grujic

Da molti anni l’estate a Trieste vive un appuntamento fisso all’insegna dello sport e del divertimento. Da qualche stagione, anche Udine ha iniziato a conoscerla ed apprezzarla. Di cosa stiamo parlando? Di Crese Cup, manifestazione sportiva con il calcio a 7 come piatto forte, ampliatasi negli anni fino ad abbracciare tante diverse discipline sportive: basket, volley, football americano, tornei ed emozioni assicurate per tutti, nessuno escluso. Grandi e piccini, ragazzi e ragazze, con grandi novità ad ogni edizione (quest’anno ad esempio ci sarà il battesimo del camp dedicato ai bambini).

In avvicinamento alla grande kermesse estiva in calendario nel mese di giugno, conosceremo un diverso calciatore Crese Cup ogni settimana. Ogni lunedi fino al via ufficiale dei tornei un ‘faccia a faccia’ con un giocatore che ha vissuto in prima persona le emozioni del torneo di calcio più chiacchierato in regione. La quarta tappa del nostro viaggio ci porta a tu-per-tu con Milan Grujic, centrocampista del Kras capolista in Eccellenza, oltre che protagonista sul campo in molte estati targate Crese.

Milan partiamo dalla tua stagione agonistica, stanno andando bene le cose col Kras..

Toccando ferro si, siamo al rush finale ed abbiamo 5 punti di vantaggio sul Fontanafredda. Siamo stati bravi ad inanellare una grande serie di risultati utili, l'importante però è non sciogliersi sul traguardo, per non vanificare tutto il percorso fatto. Bisogna chiudere prima possibile sul Fontanafredda, magari mantenendo inalterato il vantaggio prima delle due settimane di pausa tra meno di un mese, quando di giornate alla fine ne mancheranno due...

La prospettiva è quella di affrontare magari il derby al 'Rocco' con la maglia dei bianco-rossi carsolini, c'hai pensato?

L'ho fatto io e l'ha fatto anche la società. Se saremo capaci di condurre in porto il campionato da vincitori, e la Triestina completerà come le auguro il percorso salvezza, questo derby potrebbe capitare davvero. Sarebbe una giornata da ricordare nella storia del club, oltre che di un comune così piccolo. Poi personalmente è sempre stato un sogno giocare al 'Rocco', e in passato ci sono andato vicino più di una volta (ricorda la partita Kras-Venezia disputata al 'Rocco'), a questo punto spero di poterlo realizzare la prossima stagione.

Sei giovane ma di strada nel calcio ne hai già fatta parecchia. Quali sono le tappe a tuo modo più significative nel tuo percorso?

La mia premessa fondamentale è che ogni esperienza comunque vada ti faccia crescere sotto tutti i punti di vista. Se devo però citare qualche passaggio, ricordo con piacere le giovanili al San Giovanni, una stagione da 14enne nella quale iniziai con i Giovanissimi, fui promosso sotto età con gli Allievi, per poi esordire la stessa stagione in Promozione con la Prima Squadra a 15 anni. Quell'annata mi portò il passaggio al Padova dove feci due campionati negli Allievi, crescendo tatticamente ed umanamente. Poi le nazionali giovanili serbe (U-15-17-19), una grandissima emozione oltre che motivo d'orgoglio, calcando il terreno accanto a giocatori del calibro di Jovetic (Man. City), Rajkovic (Psv), Krsticic (Sampdoria), giocando per le qualificazioni agli Europei U-17, manifestazione che purtroppo fui costretto a saltare complice un infortunio. Quanto alle esperienze in Prima Squadra sono affezionato a tutte. Sanvitese, Tamai, Kras, ognuna di queste per un motivo la sento mia come una famiglia. Se poi devo scegliere un'esperienza per forza, opto per l'ultimo anno del Città di Jesolo in Serie D, con giocatori come  Migliorini, Lucchini, Ciullo, Andreolla, Lavagnoli. Io, Radrezza e Kostner eravamo gli 'under', davvero una cornice perfetta per crescere come uomo e come calciatore. Oltretutto quell'anno fummo l'attacco più prolifico dalla A alla D, segnando 88 gol, una media di quasi tre a partita

Hai una perla da raccontare? Un gol di quelli che non dimenticherai mai?

Si, ed è un ricordo di qualche tempo fa che porterò sempre con me con grande emozione. Padova-Milan campionati Berretti, sulla panchina rossonera c'era il mito Franco Baresi. Partita bloccata sullo 0-0, poi ad un certo punto spiove un pallone dalla sinistra, trovo la coordinazione per battere al volo col mancino trovando prima il palo e poi la rete, qualcosa di vagamente simile al super gol di Zidane ai tempi del Real, finale di Champions League. L'emozione più grande? Dirigermi a fine gara verso Baresi per avere l'onore di salutarlo, e scoprire che è lui che sta venendo da me per congratularsi per il gol. Quel momento non lo dimenticherò mai.

 

C'è un giocatore, del passato o del presente, al quale ti ispiri pensando al tuo modo di interpretare il calcio?

Senza alcun dubbio ti dico Dragan Stojkovic (detto 'Pixie'), per uno come me di origine slava rappresenta l'estro, la fantasia, quel modo di interpretare il calcio che nei Balcani mette in pratica chi possiede tecnica.

Parlando di Crese Cup, a quante edizioni hai partecipato?

Tre edizioni Crese Cup, due Crese League, di cui una solo marginalemnte. Il mio palmares recita di un terzo posto, un secondo posto, e un riconoscimento come miglior giocatore della finale di due anni fa a Borgo San Sergio.

Hai qualche consiglio per migliorare la formula Crese Cup?

Ti dirò, secondo me è super, organizzazione, livello dei tornei, varietà delle proposte, cambierei davvero poco o nulla. Se posso però soltanto muovere un appunto, senza voler con questo alzare un polverone, farei qualcosa per aumentare l'impianto d'illuminazione. In alcune partite serali con il pallone che diventa più scuro a causa dei gommini del sintetico, si rischia di vedere poco. Per il resto è tutto speciale, una festa. Si gioca per vincere, almeno io la vedo così, ma qualsiasi sia l'esito del campo, al Crese ti diverti in ogni caso, magari anche insieme agli avversari contro i quali battagliavi sportivamente sul campo fino a poco prima.

Delle edizioni vissute da protagonista, c'è un momento che metteresti su un piedistallo rispetto agli altri?

Direi la finale Crese Cup di due anni fa. Anche se perdemmo quella partita, fu una grandissima emozione essere al centro della serata finale. Tantissimo pubblico, tutto il programma d'intrattenimento della serata finale, veramente una bellissima esperienza. Da ripetere!

A livello individuale, quale giocatore vorresti avere sempre nella tua squadra?

Senza voler far torto a nessun altro, direi Luka Spetic. Elemento preziosissimo, oltretutto lui mancava alla finale persa due anni fa, magari col suo contributo avremmo potuto conquistare il titolo. Un altro elemento che scelgo senza dubbio anche se ha altre caratteristiche è Sandro Andreolla. Tecnica sopraffina, elemtno capace di dare del 'tu' alla palla come pochi. Giocatore che, ti lancio questa bomba in anteprima con discreta sicurezza, potrebbe far parte del prossimo Crese nella mia squadra.

L'avversario che invece vorresti evitare a tutti i costi?

Fatico a risponderti. Dal mio punto di vista più bravi sono gli avversari e meglio è, lo trovo un modo per spingere più in alto i propri limiti, cercando di dare il massimo e dimostrando di poter mettere in difficoltà avversari di livello, come quelli che si affrontano al Crese. Se proprio devo esprimere una sorta di preferenza, mi piacerebbe incontrare di nuovo Echocasa, per potermi giocare la rivincita della  finale persa due anni fa.

Quindi appuntamento a quest'estate con Crese Cup?

Si, ci sarò con una doppia veste. Sarò infatti sia giocatore che D.s., nel senso che Dino De Panfiliis m'ha dato carta bianca per cercare giocatori per formare la squadra (Brada Impex). L'obiettivo è costruire una compagine in grado di arrivare fino in fondo. Chiaramente ci sono gli avversari da affrontare ma l'intenzione è quella di lottare per il titolo. In fondo, dopo un anno al terzo posto e un altro al secondo, direi che i tempi siano maturi per cercare di chiudere il cerchio nell'estate ormai alle porte.

Emilio Ripari

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