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Crese Intervista - Nicolò Giraldi

Da molti anni l’estate a Trieste vive un appuntamento fisso all’insegna dello sport e del divertimento. Da qualche stagione, anche Udine ha iniziato a conoscerla ed apprezzarla. Di cosa stiamo parlando? Di Crese Cup, manifestazione sportiva con il calcio a 7 come piatto forte, ampliatasi negli anni fino ad abbracciare tante diverse discipline sportive: basket, volley, football americano, tornei ed emozioni assicurate per tutti, nessuno escluso. Grandi e piccini, ragazzi e ragazze, con grandi novità ad ogni edizione (quest’anno ad esempio ci sarà il battesimo del camp dedicato ai bambini).

In avvicinamento alla grande kermesse estiva in calendario nel mese di giugno, conosceremo un diverso calciatore Crese Cup ogni settimana. Ogni lunedi fino al via ufficiale dei tornei un ‘faccia a faccia’ con un giocatore che ha vissuto in prima persona le emozioni del torneo di calcio più chiacchierato in regione. La terza tappa del nostro viaggio ci porta fino a Londra, per incontrare e ritrovare l'estro (anche dialettico) di Nicolò Giraldi, tre volte vincitore del Crese Cup nonchè tre volte miglior giocatore del torneo.

Non pratichi più il calcio a livello agonistico, ma c'è chi scommette che anche Oltremanica tu riesca a trovare un modo per incantare col pallone tra i piedi..

Gioco con gli amici a calcio a 5, qui a Londra dove da oltre un anno e mezzo ho raggiunto la fidanzata. Il calcio per me resta comunque un'autentica malattia e seguo tutto da qui, anche se da milanista Doc di questi tempi c'è un po' da soffrire..

 

Quando ti è venuta l'idea di smettere col calcio a undici?

Al termine della stagione 2011-2012. Ero in forza al Monfalcone, alla terza di campionato mi ruppi il crociato anteriore del ginocchio sinistro, annata praticamente finita li. Feci la riabilitazione per tutto il campionato seguito da Zoratti, m'avrebbe voluto nella rosa che l'anno scorso ebbe la meglio sulla Triestina. Avevo già però informato il mister che entro dicembre 2012 avrei raggiunto la fidanzata in Inghilterra e, anche se a malincuore, mi lasciò partire.

 

Di strada sui campi a undici ne hai comunque fatta parecchia..

Dai primi calci con l'Esperia ai rossoneri del San Giovanni, dove dai giovanissimi sono arrivato fino in Prima Squadra. Mi guadagnai la chiamata del Como, l'epoca era quella del triplo salto dalla C alla A. Militai nella Primavera, ma a 18 anni non mi sentivo pronto. Lontano da casa, dalla fidanzata, dagli amici, troppi fattori contrari. Così a febbraio ottenni il prestito alla Berretti del Pordenone. L'anno seguente la serie D con la Sanvitese da 'under', stagione conclusa con lo sfortunato spareggio salvezza perso contro il Conegliano. Sandro Giorgi, con me a San Vito, mise una buona parola a Monfalcone ed è li che andai nel 2005-2006, in Eccellenza. Primi due anni salvezza, mentre il terzo ci vide secondi in classifica, sconfitti nei playoff nazionali dai lombardi del Seveso. Fu davvero un peccato, quella squadra aveva grandi valori dentro e fuori dal campo, anche individuali: Pavanel, Gubellini, Spetic, Francioni, Pettarin e Cipracca, solo per citarne alcuni. Altre due annate a Monfalcone con Zanutta, sempre positive ma senza riuscire a vincere il campionato, quindi la D nel 2009-2010 a Manzano, bella esperienza ma squadra giovanissima ed inesperta, retrocessione alla penultima giornata. Voluto da Brugnolo per la neonata U.F.M., tornai nei cantierini arrivando terzi con mister Coceani, grande motivatore ma insieme carattere difficile per alcuni giocatori. Per poi arrivare al già citato 2011-2012..

 

Hai una perla da raccontare? Un gol di quelli che non dimenticherai mai?

Sinceramente non sono mai stato un gran goleador, anche se le mie reti qua e là le mettevo sempre. Mi è sempre piaciuto giocare per la squadra e mandare il compagno in porta con un assist, di quelli ne ho talmente tanti che potrei perdere il conto. Non posso comunque dimenticare una partita nella quale in tre minuti segnai due punizioni, non capita tutti i giorni!

 

Parlando di Crese Cup, a quante edizioni hai partecipato?

Dalla terza edizione con il Tritolo Servola, nome successivamente modificato in Tritolo. Squadra con la quale tra l'altro ho conquistato tre volte il torneo  oltre al titolo di miglior giocatore. Aggiungo anche un'edizione da capocannoniere, palmares non malvagio direi.

 

Hai qualche consiglio per migliorare la formula Crese Cup?

Seguo anche da Londra e, avendo partecipato al Crese quando il torneo muoveva i primi passi, devo dire che la lungimiranza di Mattia è sotto gli occhi di tutti. E' stato abile nel leggere la situazione delle proposte estive, mettendo in piedi qualcosa che ancora non c'era. Lo slogan recita 'il calcio è solo l'inizio', ma vista la continua evoluzione ed introduzione di novità, forse sarebbe meglio cambiarlo in 'lo sport è solo l'inizio'. Le proposte sono cresciute, il livello anche, le persone partecipano e si divertono, ricordando poi non solo le emozioni dei tornei in senso stretto, ma anche tutto quello che avviene al di fuori. L'atmosfera è unica e questo, in un certo senso, rende il Crese anche un utile strumento per il sociale.

 

Delle edizioni vissute da protagonista, c'è un momento che metteresti su un piedistallo rispetto agli altri?

L'edizione vinta col Tritolo a Borgo San Sergio, con punizione vincente di esterno all'incrocio, forse il mio gol più bello in tutte le partecipazioni al Crese (miglior gol anche a giudizio di Christian Fantina, suo avversario in quella partita).

 

Il tuo Crese Team di tutti i tempi?

Avendo militato con loro e avendo pure vinto tanto con loro, sicuramente i miei compagni del Tritolo. Oltre ad essere una squadra forte e completa, eravamo in un certo senso 'diversi' dagli altri. Noi, a differenza degli avversari sempre con divise all'ultimo grido, scendevamo in campo con una semplice maglia di cotone arancio e numero nero scritto a pennarello, una sorta di sfida nella sfida, un modo per dire che nel calcio è il pallone che conta, non l'aspetto. E visti i risultati ottenuti, quella maglietta me la tengo stretta!

 

A livello individuale, quale giocatore vorresti avere sempre nella tua squadra?

Beh, aver avuto un compagno come Maracchi è davvero tanta roba, se ripenso a come ha giocato l'edizione 2011 a Borgo San Sergio, da stropicciarsi gli occhi. Ad ogni modo, anche un partner d'attacco come Steiner non sarebbe niente male, giocatore davvero fantastico. Poi mi sarebbe sempre piaciuto giocare con Christian Fantina, viste le qualità tecniche.

 

E quest'estate? Seguirai le vicende del Crese da Londra?

Visto che Trieste mi manca e che ormai da quasi due anni non torno, a maggio partirò da Londra a Trieste a piedi lungo l’itinerario della prima guerra mondiale, fronte occidentale e fronte orientale, dal momento che quest’anno è il centenario del conflitto. Secondo i miei piani dovrei essere a destinazione per la prima settimana di luglio, quindi in coincidenza della finale del Crese...

 

Emilio Ripari

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